TIM, uno dei principali operatori di telecomunicazioni in Italia, ha iniziato un importante processo di trasformazione tecnologica con la dismissione di 62 centrali interamente in rame. Questo passo rappresenta l’avvio del piano di switch off della rete di accesso in rame, un’iniziativa fondamentale per l’adozione della fibra ottica TIM e per la digitalizzazione del Paese. Vediamo nel dettaglio cosa comporta questo cambiamento e quali sono i benefici per gli utenti.
La crescente necessità di una connessione internet veloce e stabile ha spinto TIM a investire nella fibra ottica. Il 25 maggio ha segnato l’inizio della dismissione delle prime 62 centrali in rame, favorendo così la transizione verso la fibra ottica di TIM. Questa mossa è parte di un piano più ampio che prevede lo spegnimento di oltre 6.700 centrali entro il 2028, su un totale di circa 10.500. Nel 2021, TIM aveva già avviato questo processo con lo spegnimento della prima centrale nella provincia di Trento. Questo precedente ha dimostrato la fattibilità e i benefici della transizione alla fibra ottica, fungendo da modello per le successive dismissioni su scala nazionale.
Gli utenti TIM interessati dalla dismissione delle centrali in rame sono stati informati tramite la loro fattura telefonica. Per coloro che non avevano ancora effettuato il passaggio alla banda ultralarga, il servizio clienti ha contattato i residenti e le aziende per verificare l’idoneità degli impianti e per fornire gratuitamente un nuovo modem in comodato d’uso. Questo passaggio alla fibra per aziende e privati non comporterà variazioni di numero telefonico o tariffe.
Gli interventi tecnologici necessari per questa trasformazione sono stati approvati dall’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni (AGCom). TIM ha inoltre informato tutte le Amministrazioni comunali coinvolte, organizzando incontri per illustrare i dettagli del processo e garantire una transizione senza disservizi per gli utenti.
La migrazione verso connessioni a banda ultralarga non solo migliorerà le prestazioni e la qualità del servizio, ma avrà anche un significativo impatto positivo sull’ambiente. Come stimato da TIM, la dismissione delle centrali in rame permetterà di ridurre i consumi energetici di circa 450.000 MWh e di abbattere le emissioni di CO2 di 209.600.000 kg, equivalenti a piantare oltre 16 milioni di alberi.
Le 62 centrali coinvolte in questo primo intervento sono distribuite su 54 comuni in 11 regioni italiane. Si tratta di centrali di vecchia generazione, inefficienti e obsolete, che verranno sostituite con infrastrutture moderne in fibra ottica TIM.
Il passaggio dalla rete in rame alla fibra ottica rappresenta un passo fondamentale verso la modernizzazione delle infrastrutture di telecomunicazioni in Italia. Questo switch off non solo migliorerà la qualità e le prestazioni del servizio, ma contribuirà anche a un futuro più sostenibile. La fibra TIM per aziende e privati si conferma quindi una scelta vincente per chi desidera affidabilità, velocità e rispetto per l’ambiente.
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